ANSIA E PANICO

“Ci sono sempre due scelte nella vita: accettare le condizioni in cui viviamo o assumersi la responsabilità di cambiarle”. 

                                          (D. Waitley)

L‘ansia è uno stato di attivazione dell’organismo che si innesca quando una situazione viene percepita ‘soggettivamente’ come pericolosa.
Quindi non è né un limite, né un disturbo.
Allora di cosa si tratta?
Di un’importante risorsa, nonché condizione fisiologica, efficace in molti momenti della vita per:
-proteggerci dai rischi;
-mantenere lo stato di allerta;
-migliorare le prestazioni.
Essa è dunque una tensione generale che mobilita tutte le risorse fisiche e cognitive della persona per migliorarne la risposta all’ambiente.
Quando tuttavia l’attivazione del sistema diventa ingiustificata o sproporzionata rispetto alle situazioni, si ha un disturbo d’ansia, che può complicare la vita di una persona e renderla incapace di affrontare anche le situazioni più comuni.
L’ansia è quella sensazione psicofisica che avvertiamo quando ci sentiamo minacciati da qualcosa, o immaginiamo che nel nostro futuro imminente stia per accadere proprio ciò che maggiormente temiamo. Pertanto, tutti i disturbi di ansia sono caratterizzati da intensa e persisistente paura o preoccupazione nei confronti di situazioni o eventi percepiti come imprevedibili e incontrollabili.
Il disturbo di panico presenta delle manifestazioni acute che si sviluppano in un lasso di tempo assai breve. Si tratta di attacchi che possono rimanere isolati e non ripresentarsi più nell’arco dell’intera vita oppure la costante preoccupazione e il controllo continuo da parte dell’individuo  di eventuali “indizi” di pericolo e reazioni interne che preannunciano il “peggio”, possono modificare significativamente la sua esistenza. L’individuo tenderà ad adattarsi sempre più a questa esigenza (la paura del verificarsi di un nuovo attacco), “evitando” dunque le situazioni che associa all’evento temuto e peggiorando, di fatto, la capacità di far fronte alle diverse circostanze della propria vita con la conseguenza di amplificare il livello d’ansia percepito. 
Si innesca un vero e proprio circolo vizioso che lo imprigiona in una sequenza ricorsiva viziosa (quasi un rigido copione che si ripete).
All’inizio l’evitamento sembra funzionare… ad evitare la paura, ma progressivamente aumentano le situazioni “pericolose” fino a che la vita dell’individuo finisce per essere significativamente limitata. In alcuni casi potrà arrivare, man mano, anche a non uscire più di casa!
Allora cosa fare?
Uscire dall’ansia è sicuramente possibile, inoltre le ricerche hanno dimostrato che nel trattamento dei disturbi d’ansia, la psicoterapia è l’alternativa più efficace alla terapia farmacologica che a sua volta interviene solo sui sintomi del problema.

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